Dal tango sto imparando un sacco di cose.
E la metà di queste non riguardano il tango.
Sto imparando che anche se il ballo è di coppia, l’unico modo di avanzare con grazia è che ognuno non perda mai di vista il proprio equilibrio. Si cammina insieme, ma ognuno rigorosamente sulle sue gambe. Farlo non è sempre facile, ma nei momenti di difficoltà rallentare è un modo semplice ed elegante di ritrovare il proprio asse.
(Pro-memoria per me.)
Sto imparando che se non riesci a ballare con un uomo, probabilmente non devi fare di più, ma di meno.
In ogni caso se non riesci a ballare con un uomo, in linea di massima è lui l’incapace. Prova ne è che con un uomo che sa il fatto suo ballare è naturale e meraviglioso.
Sto imparando che un uomo che critica il vostro modo di muovervi è sicuramente un ballerino incapace, oltre che umanamente un mentecatto. Concedergli un secondo tango non vale mai la pena.
Sto imparando che non importa quanto un passo o una figura siano astrusi, tecnicamente complessi ed evidentemente faticosi, un uomo vorrà sempre pensare che quel passo “venga naturale”. A chi giova togliergli la convinzione che voi siate perfette senza sforzo alcuno?
Sto imparando che non importa quanta concentrazione poniate nel non inciampare, alla fine i momenti migliori sono quelli in cui perdete l’equilibrio e trovate qualcuno con le gambe abbastanza sicure da farne una variazione meravigliosa.
Sto imparando che nulla di tutto quello che ho imparato conta, se non c’è un buon abbraccio.