Category Archives: Rimedi

Saper giocare ( – 21 )

Forse il motivo per cui non sono brava a giocare (in amore qui si intende, ma poi anche nella vita notiamo delle assonanze) è che non accetto veramente l’idea di poter perdere.

Ho paura.

Forse quello che metto in gioco nella singola partita è troppo grande, o forse è solo troppo piccola la mia propensione al rischio, o forse sono una cagasotto.

Non lo so.

Piccoli eventi di questi giorni mi fanno sentire un po’ inadatta alla vita.

Nuova ossessione ( – 51 )

Le cose vanno fatte per amore.
Non c’è nulla da fare, alla fine quello che riesce a fatica e male, fatto per dovere, per amore riesce facile e dolce.
Ho cominciato questo anno di astinenza con l’aspettativa, neanche tanto nascosta, di trovare una nuova passione, sull’onda delle mille energie non spese che non avrei più convogliato nel sesso e negli uomini.
E invece di una nuova passione ne ho trovata una vecchia.
Una che non sapevo più quanto valesse, avevo quasi dimenticato.
Sepolta nella teca impolverata della nostalgia, dalla quale sembrava non dovesse mai più uscire: sembrava sempre troppo tardi, almeno per questa vita, ritrovarla.
Io ero sempre troppo grassa e troppo scoliotica e troppo vecchia per tornare.
La danza, torna a me nella forma del tango, ma questa volta è Danza, la riconosco, ne conosco troppo bene la fatica e l’esercizio e gli abiti delicati e i lacci delle scarpe e gli spogliatoi e la gioia di sentire ogni singolo muscolo, ancora, in un corpo che non mi parlava più.
Sento di nuovo quella necessità di controllare il movimento, nel suo più piccolo aspetto, quel sentire il mio corpo, tutt’uno con la musica, le braccia, le spalle, le dita dei miei piedi.
La felicità è così grande, che è come tornare in vita.
Non si vive senza l’amore.
Ed è tornato a me un amore che credevo per sempre perduto.

Domanda da un milione di dollari ( – 73 )

Come faccio a smettere di sfogare lo stress sul cibo?

(vale come per il post precedente: chi mi dice di farmi una sana scopata verrà colpito da repentina maledizione carpiata della sottoscritta)

Stress ( – 227 )

Però un bel modo per combattere lo stress sarebbe un uomo che mi prendesse e mi scopasse fino a farmi godere e godere e godere.

Con altri 200 e tot giorni di astinenza davanti quello che mi consola è che anche se mi portassi a casa un uomo le possibilità che lui mi facesse godere (e godere e godere) sarebbero veramente basse.

Quindi vada per birra e kebap.

Relax ( – 277 )

Sul divano, leggere, è un gratificante appagamento.

Quattro libri e poter scegliere, è una gratificante perversione.

– 282 : stanca

Sono stanchissima.

Sto chiedendo a me stessa davvero tante cose in questo periodo.

Finora le ho fatte alla grande: affrontato situazioni critiche sul lavoro, cominciato ad andare in palestra, perso 8 chili.

Adesso sono al punto in cui mi serve una ricarica.

Urgentemente.

Sono a metà strada e sono stanca.

Ma come ricaricarmi senza coinvolgere gratificazioni sessuali/amorose?

Davvero non ho trovato la risposta…

Prendo nota (ottimo rimedio) ( – 344)

Prendo nota.

Quando sarà la notte di Capodanno del 2015 ed io, arricchita e rinvigorita dalle bellissime esperienze che avrò fatto in questo anno senza uomini, deciderò di farla finita con l’astinenza e vorrò fare tanto sano, buon sesso, devo ricordarmi che in questi lunghi giorni ho trovato la tecnica di rimorchio infallibile.

Una cosa così semplice ed elegante da essermi sempre sfuggita fino ad ora nella sua banalità. Una frase così gustosa ed irresistibile da rendermi immediatamente come una golosa mela candita agli occhi dell’uomo che ho davanti. Un accenno così potente da piegare al desiderio modelli e amici, uomini casti e altri notoriamente meno casti, amici di vecchio corso e perfetti sconosciuti.

Di cosa sto parlando?

Provate a guardare un uomo negli occhi e dirgli (sinceramente):

“Sai, il prossimo anno, ho deciso che sarà un anno senza uomini.”

 

P.S. Il corollario un po’ meno deisiderabile è che oltre a proporre se stessi, irrimediabilmente vi proporranno anche tutta una serie di pratiche potrebbero, a loro, avviso, alleviare le pene che vi deriverebbero dall’astinenza di sesso. Tali pratiche coinvolgono nel migliore dei casi altre donne, nel peggiore animali e ortaggi. Io vi ho avvisate, poi, fate voi.

Pessimo rimedio ( – 345 )

Si configura un problema.

Chi lo avrebbe mai detto che una delle prime insidie al mio proposito di astinenza (che poi è un proposito di serenità e solo conseguentemente e disgraziatamente di astinenza, come ho cercato di spiegare a tutti i maschi con cui ho parlato, con scarsi risultati), insomma chi lo avrebbe detto che la prima tentazione sarebbe venuta lì dove io pensavo di aver trovato un rimedio?

Diciamocelo: io ce l’ho messa tutta. Per confermare la serietà del mio proposito di serenità (e collateralmente di astinenza, come detto nella parentesi precedente) ho pensato di trovarmi un’alternativa possibile per sfogare stress e tossine in eccesso. Mi è, malauguratamente, venuto in testa che solitamente i frustrati astinenti che conosco, tali energie in eccesso le sfogano con la palestra.

Ecco: iscrivermi in palestra allo scopo di dare al mio corpo una valida alternativa di sfogo fisico (contravvenendo a tutti i miei principi ed alla mia propria idea di dignità personale) è stata una pessima idea.

In primo luogo: ho scoperto che dopo un’ora e mezza di allenamento il mio corpo ha quella reattività meravigliosa e i miei muscoli cercano quella rilassatezza perfetta che renderebbe il sesso il naturale e miglior prosieguo della mia attività con i macchinari (Traduco: non avevo ancora avuta della vera, fisica, voglia di fare sesso come nell’immediato post palestra. Della serie: datemi qualcuno da portarmi nella doccia.)

In secondo luogo: lo dite voi al tipo carino sul tapis roulant di smettere di fissarmi????

– 357

Oggi ho visto l’inferno. Dal vivo, ad occhi aperti e senza fare uso di additivi chimici di sorta.

Si è palesato a me, nella celata (ma non troppo) forma della lezione di prova del corso di Zumba.

Posso ammettere senza difficoltà alcuna, che la sottoscritta è già costituzionalmente contraria alle palestre, pertanto i giudizi espressi nel presente post potrebbero risentire di tale tendenza di fondo. Ma la Zumba… Ah, la Zumba. Un’ora, dico un’ora, ad agitarsi in una specie di balli di gruppo (…) chiusa in una stanza verde, piena di specchi, con un gruppo di sfigate.

La crudeltà è che ci sono gli specchi.

Così, mentre ti trovi in tale situazione degradante, hai anche modo di guardarti negli occhi e chiederti cosa ci stai facendo lì. Quando si dice mettersi di fronte alle proprie responsabilità…

Già. Ma facciamo un passo indietro in questo avvincente racconto della mia lezione di Zumba e chiediamoci appunto: cosa ci stavo facendo là?

Il punto è questo: lo scopo di un anno senza uomini dovrebbe essere quello di utilizzare le energie risparmiate per fare “cose” (vedere gente etc…)

Una “cosa” che desidero da anni fare è perdere i 10 chili che ho acquisito negli ultimi 7 anni di nefandezze.

(Erano 15 chili, ma nei precedenti 3 mesi mi sono portata avanti)

Diciamo la verità: una certa tendenza da “fisarmonica” l’ho sempre avuta, ma, non per venir meno alla mia quota di responsabilità (in forma di reiterati peccati di gola e spuntini delle tre del mattino), 7 anni di instabilità emotiva mi hanno veramente rovinato la vita.

Quando si dice non avere più il fisico.

E dunque l’obiettivo dei prossimi 3 mesi (si. lo so. sono una che si concede sempre un sacco di tempo per ottenere le cose. Fa parte della mia incredibile indulgenza verso me stessa.) sarebbe quello di perdere 10 chili.

A qualunque costo. Anche a costo di fare quella cosa aberrante che ho sempre ritenuto essere la decadenza della mia dignità di essere umano: iscriversi in palestra. (Perchè di fare una dieta ovviamente non se ne parla proprio.)

Peraltro la palestra è nel quadro generale di questo progetto annuale anche un atto di superiore previdenza.

Energie in esubero a me!

Eppure verrà, lo so, il giorno che darò di testa contro il muro…

Non oggi. Oggi devo già superare il trauma della Zumba.